‘Il giro della Rocca’, il romanzo di Francesco Amici pubblicato da Europa Edizioni, Un racconto autobiografico di grande intensità, in cui l’autore ricostruisce la sua esperienza di bambino. L’esperienza vissuta in un collegio in quel di Spoleto gestito dall’ ENPAS. Un convitto maschile per orfani in cui viene ‘costretto’ a trasferirsi lasciando la sua città Padova e la sua famiglia a causa di circostanze ineluttabili: la prematura morte del padre e le conseguenti difficoltà economiche in cui versano lui e la mamma. Il collegio non è una scelta facile per sua madre, ma è l’unica possibile, e Francesco è costretto suo malgrado ad accettarla.
Ecco che allora il romanzo prende forma intorno a questo convitto che scandisce la vita dei suoi ‘ospiti’. E ci restituisce l’immagine di un luogo in cui la disciplina, l’ordine, il rigore erano il pane quotidiano, e poteva accadere di sentirsi dei ‘soldatini’, oppure dei ‘bambini trasformati in burattini’. Non era facile, ma nel 1960 non era nemmeno inconsueto. Il convitto offriva vitto e alloggio a bambini e ragazzi orfani o poveri, e soprattutto consentiva loro di studiare: questo il suo valore aggiunto, questa la possibilità di non fermarsi all’istruzione elementare bensì di proseguire fino alle medie e oltre, se possibile. Un prezzo da pagare esiste sempre, in ogni situazione, e gli ospiti del convitto lo imparano molto presto …. in termini di solitudine e senso di straniamento. La distanza dalla madre, nel caso dell’autore, si fa sentire forte, chiara e dolorosa, rendendo l’esperienza pesante dal punto di vista affettivo.
Sullo sfondo, il progresso del mondo ‘di fuori’, della tecnologia che avanza, e invenzioni eccezionali per quei tempi quali il termosifone. E la vita di tutti i giorni che scorre sempre uguale a se stessa, ripetitiva e monotona, in un cristallizzarsi di abitudini che scandiva la routine quotidiana. Dei giorni feriali in cui si seguivano le lezioni nelle scuole fuori dal convitto, e nei giorni di festa in cui piccoli svaghi erano concessi come ricreazioni episodiche da gustare al massimo. Con più o meno soddisfazione. Ricordando in modo sempre più sfocato la vita di ‘prima’, quella in cui la domenica si giocava a calcio con gli amici nel cortile della parrocchia.
Le giornate scandite dalla noia sono il leit motive di questo libro che somiglia più a un diario in cui l’autore mette in ordine i suoi ricordi, offrendoli al pubblico in modo sintetico ma incisivo proprio per la scelta accurata della parola giusta. Niente fronzoli, eccessi o ‘cornicette’ ad abbellire e ingraziare i concetti: uno stile espressivo che rispecchia l’esperienza di vita di Francesco. L’essenziale. L’assenza del superfluo. “In convitto non succedeva niente. Tutto restava fermo, immobile, immutabile …. Mai una novità, mai una sorpresa. Indolenza, torpore, inerzia, apatia …. Neppure un terremoto poteva scuotere quell’apatia”
‘Il giro della Rocca’, la passeggiata che i piccoli (e medi, e grandi) convittori erano costretti a fare ogni giorno intorno al castello vicino al convitto, era un momento di estrema noia. Una noia spezzata dalle domeniche al cinema, dalle occasionali partite a pallone, dagli spettacoli televisivi del sabato sera.
Ma per giovani che si affacciavano alla vita, ‘quella’ vita ripetitiva era sempre più difficile da sopportate, toglieva slancio, aspettative e speranza nel futuro. Oggi l’autore ricorda quegli anni con un sentimento dolce e amaro al tempo stesso. La dolcezza di un ricordo che oggi, anni e anni dopo, assume altri contorni, altre sfumature, altri sapori. E con l’amarezza che lascia la consapevolezza di non aver vissuto come avrebbe voluto, come avrebbe potuto se ….. La consapevolezza che la rigida disciplina e le regole severe del convitto hanno forgiato il suo animo, il suo carattere e i suoi comportamenti in modo importantissimo.
Dimenticare non si può. Ma rimembrare con una punta di divertimento e con acuta arguzia diventa possibile quando gli anni hanno interposto una distanza di sicurezza tra noi e le stanze del refettorio, le camerate, le camminate sotto la pioggia, gli interminabili giri della Rocca. Ora è possibile concentrarsi sui dettagli buffi che sono rimasti impressi nella memoria, su particolari che a quei tempi non avevano importanza ma ad oggi incuriosiscono e delineano in contorni di un quadro sbiadito dal tempo. Anche se ancora si ricordano i nomi di tutti i compagni di ‘squadra’ e si è in grado di recitare l’appello a memoria …..
Noi di Europa Edizioni abbiamo intervistato l’autore per conoscere meglio lui e i retroscena che lo hanno portato a decidere di condividere la sua storia con i lettori.
Di seguito riportiamo l’intervista a Francesco Amici.
Il titolo del libro ha un significato particolare?
Il giro della Rocca è la passeggiata più nota di Spoleto. Un percorso ad anello intorno al castello che domina la città. I convittori avevano l’abitudine di percorrerlo quasi tutti i giorni dopo pranzo e prima di iniziare a studiare. Avrebbero desiderato fare altro. Avrebbero preferito giocare a calcio o a basket ma c’erano i turni da rispettare. da rispettare. E così finivano per passeggiare.
Ha sempre avuto la passione per la scrittura? Cosa vuol dire per lei scrivere?
“Il giro della Rocca” voleva essere una successione di ricordi messi su carta nel corso del tempo. Su consiglio di un amico sono stati riuniti in un fascicolo. Dal fascicolo è poi nato il libro. È stato divertente scrivere quei ricordi. E anche interessante. La vita del convitto, attraverso la scrittura, si è rivelata più accettabile alla memoria. Un po’ meno grigia.
Alcuni ricordi sono in forma di dialogo, altri sono racconti, altri sono pensieri, dubbi, riflessioni … Tutti hanno in comune la brevità. Molti di questi ricordi finiscono allora per assomigliare a delle istantanee.
C’è un libro al quale è particolarmente legato e che le ha insegnato qualcosa?
Ultimamente ho riletto Celine. Il “Viaggio al termine della notte” è stato di nuovo una sorpresa.
Ha delle abitudini particolari durante la scrittura?
Non ho delle abitudini particolari, ad eccezione di una gatta che dorme sulle mie ginocchia.
Ha già un nuovo libro in cantiere dopo ‘Il giro della Rocca’?
Al momento non sto lavorando a nessun progetto.
Noi di Europa Edizioni ringraziamo ancora l’autore Francesco Amici per averci dedicato il suo tempo e aver risposto con disponibilità alle nostre domande sul suo libro ‘Il giro della Rocca’.