‘Cosa resta di me’ è il libro di Silvia Moretti edito da Europa Edizioni.
‘Tutto è iniziato dalle radici che così saldamente mi tengono ancorata a quel terreno che mi dà nutrimento. Sapere da dove vieni ti permette di scegliere dove andare’.
Inizia così il libro di Silvia Moretti, prendendo idealmente per mano il lettore e portandolo dentro l’animo dell’autrice, nel cuore dei suoi pensieri più intimi. Nel punto esatto in cui si parte per un viaggio introspettivo in cui il ricordo del passato e della sofferenza rappresentano la base di partenza per guardare avanti e confermare la propria libertà attuale, il profondo cambiamento rispetto al passato. Come anticipa il titolo, cosa resta di me dopo tutto quello che è ‘passato’. Una domanda che ognuno di noi potrebbe farsi.
Il racconto è un dialogo a due voci. La voce dell’autrice e la voce muta del papà. Muta ma vivissima in tutte le pagine, in cui lei si rivolge a lui, al suo papà che ha influenzato tanto la sua vita. E a volte, da lettori, si ha quasi l’impressione di ‘rubare’ qualcosa di molto intimo, di entrare in un percorso privato tra due persone che sono lontane fisicamente ma si trovano connesse in modo strettissimo.
Andando avanti nella lettura del libro si scopre poi che gli interlocutori silenziosi diventano altre persone care a Silvia Moretti, a cui lei si rivolge quando parla di argomenti che le coinvolgono in modo diretto, o per esprimere un particolare stato d’animo.
Le tematiche affrontate nel libro sono numerose e a ognuna viene dedicato un capitolo, per darle la giusta importanza in termini di descrizione e introspezione:
il rapporto padre-figlia
la storia familiare: genitori, nonni, figli, nipoti in un affresco toccante e minuzioso
la pandemia da Covid-19
i sogni
il desiderio di maternità
il rapporto tra genitori e figli
il divorzio
il rapporto tra fratelli
l’amicizia.
Il racconto è autobiografico, l’autrice ha deciso di condividere la sua storia con i lettori, di fissarla nero su bianco per trasmetterla non solo al pubblico, ma anche e soprattutto ai suoi figli e a sua nipote. Figli e nipote che hanno il diritto, a suo avviso, di conoscere la storia della loro famiglia, a partire dai primi passi mossi da bisnonni e nonni che hanno tessuto la trama della loro discendenza. Conoscere i percorsi che hanno portato tutte queste persone a compiere delle scelte e a intraprendere determinate strade è importante, bello. E può fornire delle risposte utili per il la vita presente e per il futuro.
‘A volte un passo indietro ci aiuta a fare un grande balzo in avanti’. Questa la filosofia dell’autrice, che rincorre ricordi e li trasforma in emozioni e sentimenti. Sono nitidi i suoi ricordi del papà e della mamma, come anche dei nonni e degli zii. E lei è in grado di ricostruire momenti, eventi e occasioni che alla luce di oggi possono essere riletti in chiave diversa. Per capire meglio se stessi e stabilire un corretto rapporto con il passato.
Alla fine quello che tutti cerchiamo, o che l’autrice cerca di sicuro, è l’amore. Si può trattare del ricordo dell’amore dei genitori e dei nonni, quando si è piccoli e poi da grandi, quando loro non ci sono più e rimane solo il ricordo di tanta dolcezza. Si può trattare dell’amore per il partner, mutevole come le stagioni. E si può trattare della forma suprema di amore: quella per i figli. Non esiste amore superiore a quello di una madre per i suoi bambini, che rimangono tali nel loro cuore anche se cresciuti. Accade così che la vita di una donna, come accade a Silvia, venga scandita negli anni a seguire dalle tappe della ‘loro’ vita. Il classico: “Ricordo cos’è accaduto in quel momento perché mio figlio stava …. “ E’ un percorso naturale che segue i ritmi della vita.
Noi di Europa Edizioni abbiamo intervistato l’autrice per capire se c’è stato un momento particolare che l’ha avvicinata alla scrittura e che l’ha portata alla pubblicazione del suo libro. Siamo infatti sempre alla ricerca di un modo per avvicinarci di più ai nostri autori e per soddisfare la nostra e la vostra curiosità riguardo ai loro libri e a quello che significa per loro la scrittura. Per questo abbiamo posto con piacere all’autrice alcune domande per scoprire qualcosa in più su di lei e sul suo libro.
Di seguito riportiamo l’intervista a Silvia Moretti su ‘Cosa resta di me’.
Come mai ha deciso di condividere la sua storia personale con il pubblico?
Il libro è nato come un diario da lasciare ai miei figli e a mio fratello. Per gioco ho inviato la richiesta di pubblicazione a Europa edizioni e a loro è piaciuta l’idea.
A quale tipo di lettori si rivolge?
Credo sia adatto ad ogni tipo di lettore, anche ad un non lettore. Sono le emozioni di una figlia, di una sorella, di una madre, di una collega di lavoro, emozioni che chiunque può fare un po’ sue.
Quando ha iniziato a scrivere?
Ho iniziato a scrivere a marzo 2020 quando il lockdown ci ha costretti a rallentare. Mi sono ritrovata a svuotare una soffitta dove c’era la mia vita è li che è iniziato il mio viaggio
Ha delle abitudini particolari mentre scrive?
Mentre scrivo mi isolo dal mondo. È da sempre stato il mio rifugio nei momenti belli come in quelli meno belli. Scelgo i posti del cuore, mi aiutano a rivivere le emozioni più profonde e inevitabilmente mi guidano in percorsi di autoanalisi.
Ha già un nuovo libro in cantiere? Pensa di scegliere sempre Europa Edizioni come editore?
Non saprei, al momento non mi sento una scrittrice; ma non si può sapere. La vita è una sorpresa continua. Qualora dovesse succedere inevitabilmente cercherei la stessa mano che mi ha guidata in questo meraviglioso viaggio
Noi di Europa Edizioni ringraziamo ancora Silvia Moretti per averci dedicato il suo tempo e siamo lieti di averla accompagnata nel cammino editoriale che ha portato alla pubblicazione del suo primo manoscritto, ‘Cosa resta di me’.