Intervista a Lucia Rachini, autrice di ‘La porta’

‘La porta’ è il romanzo di Lucia Rachini edito da Europa Edizioni.

Al confine tra due mondi in cui ogni persona si trova a vivere, quello interno e quello esterno, c’è un elemento che li mette in comunicazione: sono gli occhi. Gli occhi rappresentano l’elemento di congiunzione tra il vissuto interiore e tutto ciò che si trova ‘fuori’, fuori da noi stessi e da quel che siamo e che conosciamo.

Nel mondo esterno siamo abituati a condividere i colori, i profumi e la costante mutevolezza della società, che non è mai ferma, ma si evolve e varia in ogni momento. Nel mondo interno al contrario abbiamo libertà di scelta, non siamo costretti a lasciarci trascinare dalla corrente, anzi siamo noi stessi gli artefici della nostra vita e delle nostre scelte. Siamo noi stessi a decidere di quali persone vogliamo circondarci, noi a selezionare chi può tenerci compagnia.

La protagonista del romanzo, Caterina, si sente stanca, stanchissima. E incompresa dal mondo esterno, in cui ha l’impressione di non appartenere a niente e a nessuno. Il peso di questa situazione la distrugge, fino a spingerla ad allontanarsi poco alla volta da quanto percepisce come estraneo. Ma non lo fa in modo eclatante, non lo fa in modo che qualcuno possa accorgersene. Lentamente si ritrae, fino a trovare rifugio nell’unico luogo che percepisce come sicuro: se stessa. Dentro se stessa si sente tranquilla, serena, protetta.

Si sente bene, per la prima volta dopo tanto tempo, perché abita con se stessa e con la sua solitudine. La solitudine è un’ottima compagna di vita, le tiene compagnia in modo discreto e onesto, non la tradisce e non permette che trapelino ansia, paure e sentimenti negativi.

Accade però che a un certo punto neanche questo le basti più e che avverta l’esigenza di avere compagnia. Ma a chi chiederà di entrare nel suo guscio, chi potrà rivestire la sua fiducia incondizionata, chi potrà avere la possibilità di penetrare nello spazio riservato che ha costruito con fatica?

A nessuna persona fisica. Quelle che entrano sono soltanto voci. Le voci che Caterina sente nella sua mente. ‘Loro’ le parlano con chiarezza, le avverte in ogni momento e soprattutto inizia a fidarsi di ‘loro’. Sono le voci con cui ha scelto di parlare che la sostengono più di chiunque altro, che non la tradiranno mai. Le uniche che hanno a cuore la sua salvezza.

L’autrice tratteggia con stile fluido e con delicatezza il profilo di una persona che si trova a fare i conti con una realtà sgradita e ne costruisce una tutta sua. Una strategia difensiva mirata alla conservazione del sé, che passa attraverso il tentativo di crearsi una nuova identità e una nuova vita. Una vita libera dagli affanni e dalle difficoltà che appaiono insormontabili e impossibili da gestire nel mondo reale, che è diventato spaventoso nella misura in cui offre solo elementi di criticità. Al contrario, costruirsi un proprio ‘bozzolo’ aiuta non solo a sopravvivere e a stare meglio, bensì a trovare anche una serenità. Una serenità che per il mondo esterno è ovviamente fasulla, ma che dall’interno, dal punto di vista della protagonista, appare perfettamente plausibile e normale. Appare una ‘porta’ attraverso la quale guardare fuori sentendosi al sicuro, senza esporsi e senza correre rischi.

Cenni sull’autrice

Lucia Rachini ha sempre avuto la passione per la scrittura. Ha infatti iniziato fin da piccola a scrivere pagine e pagine, trasferendo su di essere i suoi pensieri e le sue emozioni. Per insicurezza, per timidezza, per pudore, dopo averle scritte le buttava. Ma ugualmente la scrittura era per lei una fedele compagna, soprattutto perché a causa del lavoro del padre durante l’infanzia è stata soggetta a diversi spostamenti. La scrittura la seguiva ovunque, accompagnandola lungo una prima parte di vita comunque felice nonostante i trasferimenti, grazie alla sua famiglia unita e serena. Ha studiato per diventare insegnante di lettere e questa è stata la sua professione per tutta la vita.

In età adulta non è riuscita a dedicare tempo alla scrittura, ma ha ripreso dopo la pensione, riportando alla luce vecchie idee e vecchi sogni. Inizialmente ha pubblicato dei testi e delle poesie nascosta dietro uno, anzi più pseudonimi. Non crede infatti nel detto ‘Non è mai troppo tardi’, ma p vero che qualcosa resta da fare anche nel poco tempo che resta da vivere.

Noi di Europa Edizioni abbiamo intervistato l’autrice per conoscere meglio lei e il suo libro. Per noi e per i lettori è importante scoprire dettagli in più sulle motivazioni che hanno portato alla stesura del suo romanzo e sul significato che riveste per lui la scrittura. Per soddisfare la nostra e la vostra curiosità abbiamo posto all’autrice alcune domande.

Di seguito riportiamo l’intervista a Lucia Rachini.

Come ha scelto il titolo del libro?

Ho scelto il titolo in base alla parola più significativa del testo. “La porta” è il limite imposto, invalicabile sia realmente che metaforicamente.

Cosa significa per lei la scrittura?

Scrivere è sempre stato il mio modo migliore di esprimermi e anche quello che porta alla luce il mio pensiero.

Qual è il primo libro che ha letto e cosa le ha insegnato?

Il libro che ha dato inizio al mio percorso di lettrice è stato “Il libro della giungla”, che ha anche consolidato il mio amore per la natura e per gli animali. Ma è stato il personaggio di Jo di “Piccole donne”a dare un senso alla mia vita.

Cosa le piacerebbe sentirsi dire dai lettori?

Dai lettori? Non saprei. Forse semplicemente che hanno letto il mio libro con piacere.

Sta già lavorando a un nuovo progetto?

Se il progetto vuol dire “scrivere”, non posso che rispondere di sì. Non potrei farne a meno.

Noi di Europa Edizioni ringraziamo Lucia Rachini per la sua disponibilità e per aver scelto di percorrere insieme a noi il cammino editoriale che ha portato alla pubblicazione del suo manoscritto ‘La porta’. A lei auguriamo buona fortuna per il suoi libro e per i successivi, mentre ai lettori facciamo un ‘classico’ augurio di buona lettura.

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