‘Aut Aut – Rileggendo l’enciclica Laudato Si’ è il libro di Nino Sammartano edito da Europa Edizioni.

L’autore fa una rilettura dell’enciclica ‘Laudato Si’ di Papa Francesco, interpretandole alla luce della questione ecologica attuale. Il tema dell’ecologia, a parere dell’autore, non riguarda solo la dimensione ambientale, ma tocca anche quella antropologica, economica, etica, relazionale e spirituale.
Si tratta, in altre parole, di una questione di civiltà che va ripensata con responsabilità e coraggio, per salvaguardare l’ambiente e consegnare un mondo vivibile alle nuove generazioni.
Noi di Europa Edizioni abbiamo intervistato l’autore per scoprire le motivazioni che lo hanno spinto a scrivere il suo libro e per conoscerlo un po’ meglio.
Riportiamo di seguito l’intervista a Nino Sammartano su ‘Aut Aut – Rileggendo l’enciclica Laudato Si’ .
Quando ha maturato l’idea di rileggere l’enciclica ‘Laudato si’?
Dopo la prima lettura fatta in occasione della pubblicazione dell’enciclica (2015), più volte ho riletto singole parti di essa utilizzandole per conferenze o incontri formativi. L’input per una rilettura totale e meditata mi è venuto, però, dall’invito rivolto dal Papa nel mese di Aprile 2020 a tutta la Chiesa a riprendere la lettura della Laudato Si’ a cinque anni di distanza, per lasciarsi da essa interpellare in maniera più convinta. A questo input, che potrei definire esterno, si è aggiunta la motivazione di un necessario ripensamento del modello di vita occidentale (il nostro), che credo che l’attuale pandemia ci abbia imposto e continui ad imporci, considerando anche i nessi che legano la diffusione del Covid 19 a fattori vari di inquinamento: nessi che recenti ricerche hanno inequivocabilmente messo in luce. La pandemia, insomma, ci “impone”, se vogliamo ricavare una qualche “lezione” da quanto ci è capitato in questi ultimi due anni, di rivedere e correggere il modello di sviluppo delle nostre società nella direzione di una più attenta e consapevole cura del creato, che è la prospettiva di fondo dell’enciclica.
Quale messaggio ha voluto trasmettere con il suo libro?
Scrivendo questo libro, ho inteso riproporre, ampliandolo anche con altri apporti culturali, il messaggio centrale dell’enciclica Laudato Si’, che si riassume nella duplice convinzione della indifferibilità della conversione ecologica, alla luce dei rischi di invivibilità, sempre più confermati dagli eventi, che il nostro mondo sta correndo, e della prospettiva “integrale” con cui tale conversione va concepita e portata avanti. È un impegno, quello della conversione ecologica, che riguarda certamente responsabilità politico-amministrative ai vari livelli (mondiale, nazionale, regionale, locale), ma riguarda anche e prima di tutto una visione del mondo e dell’uomo da cui derivano i nostri atteggiamenti e comportamenti: una visione che non può essere più improntata all’idea della “crescita illimitata”, del consumismo spensierato, dell’etica del godimento sfrenato (come la definisce Recalcati) che non si preoccupa delle conseguenze dei comportamenti umani sia sull’ambiente (fuori di noi) sia sulla nostra sfera psico-emotiva (dentro di noi). È da promuovere, contemporaneamente e con urgenza, senza tentennamenti o remore di varia natura, la cura del creato e la cura dell’uomo: una ecologia integrale che abbracci sia il risanamento degli ecosistemi sia la salvaguardia delle dimensioni etica, sociale-relazionale, culturale, spirituale dell’uomo, tra loro profondamente connesse e legate al nostro modo di vivere e di riflesso anche al nostro rapporto con l’ambiente.
A quale tipo di pubblico si rivolge?
Il libro si rivolge a giovani e adulti di media cultura ma che hanno a cuore il futuro del mondo e dell’umanità. Quando usiamo termini come “mondo” o “umanità”, forse tendiamo a considerarli come concetti astratti, come sinonimi di realtà distanti da noi, che non ci toccano da vicino. E invece nel mondo, nell’umanità, ci siamo tutti: vi è ciascuno di noi, vi sono le persone a noi care, i nostri amici. Se il nostro mondo diventa meno vivibile (come avviene ormai da alcuni decenni), è un rischio anche per la fetta di mondo in cui viviamo; è un rischio per me, per te, per loro, per la comunità in cui siamo inseriti. Il degrado ecologico, d’altra parte, non ha confini geografici: proprio sotto l’aspetto ecologico, il mondo globalizzato è diventato sempre più piccolo, un mondo dove tutto è vicino a tutti. Il libro, poi, vuole parlare, in maniera direi privilegiata, a coloro che a vario titolo hanno responsabilità educative dirette o indirette (genitori, maestri, docenti, catechisti, animatori sportivi o culturali, operatori dell’informazione, etc.), perché la conversione ecologica passa attraverso una vasta azione informativa e formativa, che induca a rivedere le nostre abitudini, i nostri stili di vita.
Cosa le piacerebbe sentirsi dire dai lettori?
Mi piacerebbe sentirmi dire dai lettori (non per un mio autocompiacimento, ma come segno di una efficace comunicazione avvenuta grazie alla lettura del testo) espressioni del tipo:
- “Non ci avevo pensato”, a proposito, per esempio, del nesso fra indifferentismo etico e comportamenti antisociali ed antiecologici; oppure a proposito dell’affinità e della continuità fra la manipolazione dell’ambiente e la manipolazione e lo sfruttamento delle persone, magari di quelle più deboli.
- “È vero, anche io posso fare la mia parte”, avendo capito che quella ecologica, prima che una questione tecnica e politica, è sostanzialmente una questione etica, che riguarda cioè comportamenti e scelte personali, familiari e collettive, a cui nessuno di fatto si può sottrarre.
- “Ho capito il senso del titolo AUT AUT”: tu ci vuoi dire che ormai ci troviamo di fronte ad un bivio: o continuare a vivere e a consumare come stiamo facendo, senza curarci delle conseguenze per la vivibilità del pianeta, col rischio della catastrofe ecologica; oppure risanare le situazioni di degrado e prevenirne altre in futuro, promuovendo un modo di vivere più sobrio, più rispettoso dei processi e dei ritmi naturali.
Sta già lavorando a un nuovo progetto?
Sì, sto lavorando a un saggio sulla “pedagogia della morte”, nel quale intendo mettere a fuoco l’insensatezza dell’atteggiamento, oggi assai diffuso, di marginalizzazione, di rimozione del pensiero della morte, nell’illusoria aspettativa che tale rimozione aiuti a vivere meglio, mentre in realtà essa sviluppa una “terrenità malata” generatrice di ansie e di paure che peggiorano la qualità della vita e sono perciò anch’esse – possiamo ben dire – anti ecologiche.
Noi di Europa Edizioni ringraziamo Nino Sammartano per averci dedicato il suo tempo e per averci affidato la pubblicazione del suo manoscritto. Gli auguriamo buona fortuna per il suo libro e per i progetti futuri.