“Francesco il primo anno senza di te” è il libro di Doris Bottignole edito da Europa Edizioni.

La trama di questo romanzo è il racconto di una storia di vita personale. La storia personale dell’autrice, che si è trovata a vivere un lutto terribile, la perdita del fratello minore a causa di un incidente d’auto. Si è trovata a ‘vivere’ …. ad affrontare la vita più che altro.
Al momento della tragedia lei è lontana, si è appena trasferita in Canada e si trova a gestire il dolore in solitudine, in un paese in cui sta ancora cercando di ambientarsi e di far ambientare i suoi figli, in cui non ha amici, parenti, persone a cui appoggiarsi, ad eccezione del marito spesso fuori per lavoro.
In questo contesto matura l’idea di scrivere un romanzo sull’accaduto. Prima di tutto per se stessa, per riversare su carta i suoi pensieri e trovare in questo modo un po’ di sollievo. Ma anche per lui. Per ricordarlo sempre, una volta di più, per fare in modo che siano anche altri a ricordarlo. La sua vita è finita presto, troppo presto, ma il suo ricordo vivrà più a lungo di lui, insieme alla sua immagine di ragazzo sano e sorridente.
In questo modo, raccontando la storia sua e di suo fratello, l’autrice riesce a sentirlo ancora vicino e ad andare avanti, senza voltare pagina ma sempre tenendo accanto a sé il ricordo di Francesco.
Questo libro è stato per lei uno psicologo, una sorta di auto-terapia che le ha consentito di andare avanti e di dedicarsi alle cose piacevoli della vita. Scrivere è stato più facile che parlare per lei e l’ha aiutata a buttare fuori il suo dolore.
Noi di Europa Edizioni abbiamo intervistato Doris Bottignole per scoprire qualcosa in più del suo pensiero e dei retroscena della scrittura del suo libro. E’ un modo per soddisfare la nostra e la vostra curiosità e per avvicinarsi ancora di più alla sua ricca interiorità.
Riportiamo di seguito l’intervista a Doris Bottignole su ‘Francesco il primo anno senza di te’.
Il tuo libro è autobiografico: per prima cosa vogliamo chiederti come stai oggi.
Oggi sto bene. Diciamo che il tempo trascorso da quel giorno, da tutto quel trauma, mi ha aiutato a elaborare il lutto, in tutte le sue fasi, a riuscire a convivere con questo dolore che non passerà mai e non si allieverà, sarà sempre grande come allora. Però ho scoperto che dopo una cosa del genere ti si migliora il modo di vedere la vita, le persone, le cose. Inoltre ho capito che al mio fianco ho una meravigliosa famiglia disposta a sostenermi sempre anche quando io ho i miei malumori, le mie giornate nere. Poi per il bene dei miei genitori riesco a camuffare bene il mio dolore, non posso sottoporgli anche quello.
Cosa ha significato per te scrivere questo libro?
Scrivere questo libro per me è stato come andare dallo psicologo, in primis non pensavo potesse diventare un libro, era solo buttar fuori il mio dolore, cercare metabolizzare, perché quando è accaduto il fatto io ero appena partita per il Canada, e ci sarei stata circa due anni, mi trovavo in un paese sconosciuto, non avevo i miei amici, e non parlavo tanto bene la lingua. I miei figli maggiori erano a scuola praticamente fino a primo pomeriggio e quella piccola aveva 3 mesi, mio marito era fuori per lavoro tutto il giorno, io mi sentivo terribilmente sola e con un gran nodo alla gola e allo stomaco.
Hai sempre avuto la passione per la scrittura?
O si la passione per la scrittura la ho sempre avuta, da quando ho cominciato a scrivere da piccola ho sempre tenuto un diario, dove annoto i miei pensieri, sensazioni, delusioni, sogni, aspettative, e tutto quello che mi fa soffrire. Tanti anni fa avevi iniziato un libro sempre su mio fratello, certo era tutto diverso da questo, volevo scrivere della gioia che mi aveva regalato senza saperlo, della fortuna di averlo avuto nella mia vita, di tutte le sensazioni che avevo provato sapendo del suo arrivo e vedendolo crescere. Volevo esprimere il mio amore per lui, poi lo ho sospeso. Mai avrei creduto di scrivere sul dolore per la sua morte.
Cosa ti piacerebbe sentirti dire dai lettori?
Mi piacerebbe sentirmi dire che sono riuscita a farli emozionare ,a trasmettere i sentimenti che ho provato io, fargli capire che ci vuole la tenacia per riuscire a rialzarsi da un colpo come quello della perdita di una persona cara , ma bisogna perché il nostro congiunto non vuole che ci crogioliamo nel dolore, dobbiamo vivere ,anche per lui ,come sto facendo io .Naturalmente non è facile comprendere il dolore che gli altri provano e come ognuno di noi reagisce. Devo essere sincera che dalle persone che conosco e che lo hanno letto ho ricevuto tanti complimenti, e mi hanno detto che lo hanno letto tutto d’un fiato, hanno pianto con me, e hanno capito .
Stai lavorando a un nuovo progetto?
A dire il vero si. Ho appena iniziato, sempre un autobiografico, forse perché riesco a esprimermi meglio se le emozioni sono le mie, se le ho provate sulla mia pelle. Per ora lo sto scrivendo in prima persona, però poi vorrei trasformarlo in terza persona per vedere come ne esce, mi piacerebbe poter creare un romanzo, di una storia vera, come succede con i film.
Noi di Europa Edizioni ringraziamo ancora una volta l’autrice per averci dedicato il suo tempo e per aver risposto con disponibilità alle nostre domande. Per noi è stato un piacere camminare al suo fianco lungo il cammino editoriale che ha portato alla pubblicazione del suo manoscritto “Francesco il primo anno senza di te”.
A Doris Bottignole auguriamo il meglio per il suo primo libro e per i suoi progetti futuri. Ai lettori auguriamo invece di fare una buona lettura e di lasciarci trascinare nel vivo di un racconto fatto con il cuore e con uno stile narrativo semplice e diretto.