Intervista a Fiorella Gimigliano, autrice di ‘Infanzia di una viaggiatrice compulsiva: da Topolino a Mister Magoo’

‘Infanzia di una viaggiatrice compulsiva: da Topolino a Mister Magoo’ è il romanzo di Fiorella Gimigliano edito da Europa Edizioni.

Fiorella è sopra le righe da sempre, e il suo bisogno continuo di sfidare l’infinito la porta costantemente ad affrontare il rischio dell’impresa.

Un libro in cui si esalta la bellezza del viaggiare, e l’importanza di farlo per scoprire nuove cose di se stessi oltre che del mondo intorno a noi. L’autrice è una cosiddetta ‘viaggiatrice compulsiva’, una che ha bisogno di muoversi, di vedere, di sperimentare in prima persona gli usi e costumi di un altro paese.

E leggere le sue parole equivale a iniziare a viaggiare un po’ insieme a lei …

Noi di Europa Edizioni abbiamo intervistato Fiorella Gimigliano per scoprire particolari interessanti su di lei, sul suo pensiero e sui retroscena relativi alla stesura del suo libro. Per soddisfare la curiosità nostra e dei lettori le abbiamo posto delle domande alle quali lei si è prestata con disponibilità e apertura mentale.

Riportiamo di seguito l’intervista a Fiorella Gimigliano su ‘Infanzia di una viaggiatrice compulsiva: da Topolino a Mister Magoo’

Cosa significa per lei viaggiare?

Per me viaggiare è assecondare quotidianamente il mio carattere da sempre poco incline alla tranquillità domestica e soprattutto alla routine. Dai tempi dell’asilo in cui ero l’unica bambina a non dormire mai il pomeriggio preferendo giocare e parlare fino a oggi, che ho quasi 54 anni, la mia mente è sempre stata in continua evoluzione. Quella frase ricorrente che i miei genitori temevano sempre:  “ cosa facciamo domani? dove andiamo?” mi rappresenta ancora oggi e determina la mia infinita curiosità per esperienze, vicissitudini, avventure non solo all’estero, ma anche a Ravenna, dove in teoria dovrei vivere più tranquillamente. Se a causa del Covid non ho potuto prendere aerei e mezzi per viaggiare in tutto il mondo, ho escogitato un mio nuovo modo personale di vivere la mia città: cambiare casa. Ho venduto l’appartamento di proprietà e sono stata in un delizioso residence accanto alla stazione dei treni e delle corriere in pieno centro, tutte le utenze comprese come in albergo, quindi in vacanza. Passeggiate nella vicina Darsena e cena al ristorante quasi tutte le sere. Mi sono trasferita da circa un mese in un appartamentino nuovo sempre in affitto, questa volta in periferia, quasi in campagna. Aria migliore che in centro, un parco sotto casa dove continuare a camminare, bollette e canone domiciliate in banca, libertà e nuova vita. Ceno in giro, pranzo al sacco. Esco la mattina con il mio fedele trolley dove allestisco il guardaroba per la piscina, per il mare, il cambio per la sera. Parto la mattina e non so quando rientro. Viaggio in città, e pensare che sono sempre scappata non ritenendola abbastanza interessante e divertente!

E la scrittura? Come si inserisce tra le sue passioni?

A scuola mi distraevo sempre non riuscendo a concentrare l’attenzione sulle noiose nozioni impartite dagli insegnanti. Venivo sempre ripresa e bacchettata. Sognavo i miei cavalli, di galoppare in pineta e di perlustrare terre lontane meglio ancora in solitaria, senza legami. L’italiano, come l’inglese, erano le uniche materie in cui andavo bene e che mi piacevano perché non avevo bisogno di studiarle, mi servivano quindi le avevo fatte mie. L’inglese è stato da sempre un prezioso passepartout, strumento alleato per comunicare all’estero. L’italiano perché è la mia lingua ma non ho mai letto un libro oltre ai testi scolastici. Ho perso due anni prima di conseguire il diploma magistrale e ho abbandonato l’università senza nemmeno dare un esame. Voglia di studiare: zero. Aprivo i libri di geografia per scoprire i luoghi che volevo visitare, li cerchiavo di rosso perché erano già traguardi da raggiungere e li richiudevo subito. Preparavo la mia valigina e scendevo a cinque anni alla fermata dell’autobus pronta a partire, che si trovassero in Italia, in Oriente o in America, io avevo una missione da compiere……….andare là. Genitori disperati. L’autobus è stato il mio primo mezzo per scoprire, dapprima posti vicini a Ravenna con mia nonna, poi via via sempre più lontani, quindi in aereo. Ho iniziato a scrivere, ma solo due anni fa, per annotare le avventure più folli e incredibili che mi erano capitate, esclusivamente per questo. Mi divertivo talmente tanto che ho pensato potessero piacere anche agli altri, così ho continuato con un nuovo obiettivo: raggiungere i lettori.

Com’è nata l’idea di questo libro?

Mia madre, deceduta sei anni fa, era la mia fan e ogni volta che tornavo da un viaggio voleva che le raccontassi tutto quello che era successo. Iniziava a chiamare le sue amiche, si riunivano e si divertivano pomeriggi interi ad ascoltarmi. Mi ha sempre spronato a scrivere tutti i miei incontri, come viaggiavo, cosa vedevo, come vivevo da sola, così lontana da casa. Ho deciso di farlo dopo la sua morte, forse un modo per ricordarla. 

Cosa le piacerebbe sentirsi dire dai lettori?

Dai primi amici e parenti a cui ho chiesto un’opinione, fino ai lettori che sto avendo il piacere di conoscere, tutti sono concordi nel giudicare il libro divertentissimo, particolare, scorrevole, intelligente, pieno di colpi di scena. Alcuni lo hanno definito un albero di ciliegie perché una storia tira l’altra lasciando nel lettore la curiosità di sapere come finirà. Non è noioso, lento, ma coinvolgente e bello anche quando affronto temi seri perché sempre scritto con una certa leggerezza e ironia. Un libro un po’ folle. Tanti i rischi corsi per curiosità, spesso inconsapevolezza e sprezzo del pericolo. Finora mi è andata bene!

Sta già lavorando su un nuovo progetto?

Siiiiiiiii! Questo libro avrà un fratellino, lo sto già scrivendo, sempre su questo filone, ho altre avventure da raccontare e molte le sto vivendo. La mia vita è una calamita:  alcune situazioni le cerco, a volte mi capitano, in altre mi ci trovo dentro con le scarpe.

La redazione di Europa Edizioni ringrazia ancora Fiorella Gimigliani per averci dedicato il suo tempo e per aver condiviso con noi il percorso finalizzato alla pubblicazione del suo romanzo. Le auguriamo il successo e il riscontro che desidera ricevere dal pubblico e al lettore auguriamo invece di divertirsi e rilassarsi con le sue storie.

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