A’ mareggiata è il libro di Isabella Maria Sole Pierobon edito da Europa Edizioni.
Nelle parole dell’autrice “Questo lavoro nasce come un processo di pulizia e ricerca interiore… c’è un luogo magico ai confini della Grecia, dove sento più forte il potere dello spirito umano e il suo profondo legame con le forze naturali e universali ed è lì che il diario di Anita ha preso vita.”
Noi di Europa Edizioni abbiamo intervistato l’autrice per scoprire qualche curiosità su di lei e sui retroscena del suo libro.
Di seguito riportiamo l’intervista a Maria Sole Pierobon su A’ mareggiata.
Ha detto che ‘“Questo lavoro nasce come un processo di pulizia e ricerca interiore”
Le parole di questo romanzo sono nate nel solito modo di sempre: come ogni volta in cui le sento spingere nella mia mente per uscire, non so mai neppure lontanamente dove mi vogliano portare o a quale scopo debbano servire. Per meglio dire, al tempo ancora non conoscevo che tipo di vita avrebbero scelto di condurre. È sempre stato così il mio rapporto con le parole. Osservo la loro naturale e miracolosa capacità di “venire al mondo” e viaggiare autonomamente verso le direzioni, i luoghi e le persone a cui sono destinate. Le parole, come le azioni, non si manifestano mai a caso o senza scopo. Il mistero iniziale con cui noi le facciamo nascere tuttavia, viene poi lentamente svelato con il semplice passare del tempo e attraverso una devota e passiva osservazione. Sul momento invece, sembrano solo reazioni istintive ai fatti o alle emozioni che viviamo. Quindi inizialmente, quando scrivevo e raccoglievo le idee per A’mareggiata, che si trattasse di un processo di pulizia e ricerca interiore mi era ancora ignoto. Alla fine ho capito lo scopo della loro nascita e mi sono sentita liberata.
L’idea di questo diario è nata in un posto lontano?
Se mi sta chiedendo se il luogo magico in cui vive Anita esiste davvero, la risposta è si, mi sono ispirata ad un luogo reale che amo molto. Se vuole sapere il suo vero nome invece, non posso risponderle. È un segreto! Scherzo ovviamente, o quasi. Comunque si parla della Grecia e di questo non faccio mistero, se mistero si può fare di un luogo oggigiorno. Girando negli anni fra le sue isole in lungo e in largo, tantissimi sono i luoghi carichi di energia e di spiritualità che ho riconosciuto, ma quel paesino bianco per me è totalizzante; mi assorbe e mi emoziona in modi unici e spesso molto provanti. Appena posso infatti, cerco di tornarci ed ogni volta è un’esplosione di sensazioni cariche di magia allo stato puro. È proprio grazie a questa magia che tutto ha avuto inizio. Non saprò mai spiegare razionalmente cosa mi accade interiormente quando sono lì. So solo che è così per tutti quelli che lo vivono e lo conoscono. Attendo ulteriori ed inspiegabili manifestazioni creative a breve, quando finalmente tornerò nella mia amata baia a forma di occhio piangente.
Cosa ha provato mentre lo scriveva?
Quando ripenso ai nove mesi passati a scrivere questo mio primo libro, mi viene sempre in mente una frase di Stephen King tratta dalla sua autobiografia “On Writing – Autobiografia di un mestiere”: “Scrivere fiction, specialmente quando il romanzo è lungo, può essere un lavoro difficile e solitario; è come attraversare l’Atlantico in una vasca da bagno. Ci sono innumerevoli occasioni per dubitare di se.” Questa frase è stata per me come un tranquillante, proprio nei momenti più solitari ed emotivi che ho sperimentato durante la stesura di A’mareggiata. È vero sì che mi sentivo sola, in mezzo ad un mare di idee, dubbi e indecisioni sul come procedere, in compagnia soltanto della piccola scialuppa che era la mia istintività, ma è vero anche che se lo aveva detto pure il grande King, mi sentivo meno lontana dal transatlantico di nome Fine che veniva a salvarmi. Umorismo a parte e, oltre ai momenti difficili in cui non sapevo con chi confrontarmi sul da farsi e parlavo di Anita e Tanos come se fossero stati due amici reali, mi sono sentita anche estremamente grata per tutto il sostegno che ho ricevuto e che continuo a ricevere da così tante persone attorno a me.
Quale pubblico aveva in mente?
Mi piace pensare che i libri siano liberi e che non abbiano destinazione preferenziale, quindi non mi è mai capitato di pensare che quel che scrivevo potesse avere un pubblico in particolare. Il mio augurio invece è che possa raggiungere persone che hanno bisogno di leggere alcune parole o concetti specifici. Come dicevo prima, credo che parole e gesti vivano essenzialmente di vita propria e che arrivino esattamente dove devono procurare una qualche sorta di reazione o stimolare una crescita. Se per esempio una persona, leggendo il mio libro, riconoscesse qualche parte di se fra le parole e ne traesse potenzialmente anche solo un minuscolo attimo di guarigione interna, non avrei nessun altro pubblico da desiderare. Il viaggio miracoloso e divino delle parole sarebbe giunto alla sua meta; non servirebbe nient’altro. Ho sempre paragonato il tempo impiegato nello scrivere A’mareggiata ad una gravidanza e il giorno in cui ho finito di scriverlo, ho assistito alla sua nascita. Ora muove i suoi primi passi e ho fiducia che saprà andare liberamente incontro al suo destino.
Sta già lavorando a un altro libro?
Sono sempre alle prese con nuove idee e non mi aggrappo facilmente ad ogni nuovo spunto, ma ci sono due storie in particolare che continuano a richiamare la mia attenzione. Una è una storia più reale di quanto avrei sperato, purtroppo. Una storia vera, accaduta ad una persona che ha fatto parte del mio cammino. Vorrei poterle dare tutta la mia anima, ma ancora sento che non è il momento giusto per questa nuova e forte storia. Sono sicura però del fatto che, quando sarò pronta si andrà a fondo, trattando temi molto delicati e che meritano tutta la mia dedizione. Nel frattempo sto recuperando del materiale da varie fonti, sempre a me vicine, per scrivere anche un romanzo di invenzione come A’mareggiata, ma stavolta sembra essere ambientato in un luogo assai più freddo rispetto alla soleggiatissima Grecia. Anche questa storia avrà scene dal passato che riaffiorano alla mente di un uomo anziano e buono che ha vissuto molte battaglie, fisiche e mentali. Due lavori assai differenti fra loro, ma per entrambi riservo un posto speciale nella lista dei nuovi progetti. Confido sempre nel fatto che, rimanendo in ascolto e con il cuore aperto, la storia giusta giungerà nel momento giusto sul filo blu della mia penna.
La redazione di Europa Edizioni augura il meglio a Maria Sole Pierobon per il suo romanzo e per eventuali progetti futuri e la ringrazia per la disponibilità a rispondere alle nostre domande.