Intervista a Giuseppe Donateo, autore di Pierrot e l’asino di Buridano

“Sento la necessità di interrompere per un arco di tempo che non posso prevedere (un minuto, un’ora, un giorno, più giorni?) la fase di scrittura”.

Stop ai lavori. Alza le mani e comunica una pausa Giuseppe Donateo, autore del libro ‘Pierrot e l’asino di Buridano’ edito da Europa Edizioni.

In queste pagine, piuttosto che raccontare la storia di qualcosa o qualcuno, l’autore racconta la propria storia di scrittore preda di dubbi e incertezze. La sua onestà intellettuale diventa lo spunto per analizzare se stesso, le sue capacità, le sue aspirazioni, la sua capacità di imparare dagli errori e di migliorarsi. E così diventa lui protagonista (involontario?) del suo stesso romanzo, diventa lui il perno di una narrazione che non si interrompe come potrebbe sembrare, bensì cambia semplicemente soggetto. Lo scrittore diventa attore di un piccolo dramma che ipotizza una partecipazione corale dei lettori, che pone al centro dell’attenzione la scrittura piuttosto che la storia.

Ma coralità non può essere e allora ecco che ci si perde nella mente dell’autore, che mette sul tavolo le difficoltà del processo creativo, mostrandole a tutti: a chi non le conosce e a chi già sa quali tormenti si trova ad attraversare uno scrittore quando si prosciuga la sua vena creativa.

L’autore lascia Michele Berardi, il restauratore protagonista del libro, impegnato insieme alla sua squadra nel recupero di una preziosa edizione di Erec et Enide, un libro miniato del quindicesimo secolo.

Si è accorto che alcuni punti del racconto non gli piacciono. Si giudica troppo banale o troppo melodrammatico e non gli piace questa immagine di sé da “scrittucolo di infimo ordine”. Ed è stanco. Stanco dopo aver composto 568 pagine e ha bisogno di fare rifornimento, di trovare nuovo carburante per ripartire nel modo giusto …. ma non sa come fare.

Il libro va avanti oscillando tra le parole di resa di un uomo stanco e il rifiuto di arrestarsi: dietro le sue parole si percepisce la volontà di non fermarsi. Non è lo scrittore che viene messo in discussione, ma solo lo scritto. E andare avanti è un imperativo categorico, al di là di ogni incertezza, stanchezza o confusione.

Giuseppe Donateo pondera, analizza, scruta, valuta, sottopone a minuziosa analisi ogni aspetto del suo romanzo, come ad esempio il rapporto esausto tra Michele e Cinzia. Proprio qui, a suo giudizio, si annidano tanti dei mali della narrazione e proprio qui occorre il restyling più importante. “Avete o no dei gusti e delle preferenze riguardo a quei due? Forse vi piacerebbe …” . La domanda è rivolta direttamente ai lettori, come se loro potessero aiutarlo concretamente ad andare avanti, a scegliere la strada migliore. E allo stesso tempo, dopo questa virtuale domanda di aiuto, l’autore si sente giudicato dai lettori, avverte il loro biasimo per la sua indecisione e della loro ironia per il suo blocco creativo.

Un’altalena di sentimenti, sensazioni, impressioni che va avanti fino alla fine del romanzo, lasciando il buon Michele Berardi cristallizzato nelle operazioni di ricerca fino a ….. non si sa quando e non si sa cosa. La pagina 569 si staglia all’orizzonte come una mistica chimera e non rimane che leggere il libro per capire se e come andrà a finire.

Sullo sfondo può affacciarsi il dubbio nella mente del lettore che Donateo abbia voluto esibirsi in un semplice indirizzo di stile, tanto interessante quanto vago, tortuoso e inutile. Ad altri potrebbe sembrare un indirizzo di stile sì, ma indirizzato al lettore colto, quello che ha esigenze e richieste dal fare all’autore, e che può ben essere interessato a una trattazione da pari. E ancora, ci può essere chi veramente si sentirà chiamato a partecipare al processo creativo dello scrittore e avrà l’impressione di poterne fare parte …..

Noi di Europa  Edizioni abbiamo intervistato Giuseppe Donateo per scoprire ancora qualcosa in più su di lui e sui retroscena di un romanzo così particolare. Grazie alla sua disponibilità abbiamo avuto accesso ad altri aspetti della sua personalità e alla sua intenzione complessiva rispetto al libro, al finale e a un eventuale seguito. Per la nostra e per la vostra curiosità abbiamo quindi sottoposto all’autore una intervista virtuale.

Riportiamo l’intervista a Giuseppe Donateo riguardo al libro ‘Pierrot e l’asino di Buridano’.

Quando ha iniziato a scrivere?

Il primo tentativo di scrittura risale all’età di 14 anni: le avventure di un gruppo di naufraghi in un’isola del Pacifico. Cominciai a comporre anche poesie. Ed è proprio una raccolta di liriche il primo libro pubblicato (Zapping, 1992).

Hai sempre letto molto?

Sì, fin da piccolo. I classici dell’infanzia e le storie di Salgari. Da adolescente, i classici dell’Ottocento e gli italiani contemporanei, in primo luogo Moravia, Gadda e Fenoglio. Un occhio di riguardo alla saggistica, specie di argomento sudamericano.

Ci sono degli autori a cui ti ispiri?

Ognuno di noi ha dentro di sé una serie di messaggi subliminali, introiettati attraverso varie letture. Ad affascinarmi in particolare sono le problematiche di Borges (l’infinito, il rapporto autore-libro e tempo-spazio) e di Pirandello (finzione o realtà?).

Cosa vorresti sentirti dire dai lettori?

Mi piacerebbe che i lettori trovassero qualcosa di originale nei miei scritti, al di là dei giudizi formali. Gradirei molto inoltre sentirmi dire che le mie sono pagine aperte a qualsiasi intervento del lettore.

Stai già lavorando a un nuovo libro?

Ho quasi ultimato la terza parte della trilogia dedicata ai conflitti interiori che l’autore vive mentre scrive un romanzo. Si tratta del seguito di Pierrot e l’asino di Buridano. In autunno uscirà un saggio riguardante un tenore livornese che cantò per tre anni presso la corte di Napoleone.

Noi del gruppo Europa Edizioni a questo punto ringraziamo ancora l’autore Giuseppe Donateo per averci dedicato il suo tempo e per aver risposto alle nostre domande. E’ stato un picere scoprire i retroscena del suo libro e, ancora prima, fargli compagnia nel percorso editoriale che ha portato alla nascita del suo libro Pierrot e l’asino di Buridano.

Facciamo gli auguri a lui per il libro e per i lavori futuri, e ai lettori perché possano trarre il meglio da questo libro.

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