Cosa significa avere il quinto figlio a quarantadue anni? Ce lo spiega Silvia Vita nel suo romanzo ‘Stasera non esco…nasco’, edito da Europa Edizioni.
Cosa significa quando già i figli sono quattro e ci sono il lavoro, la casa e tutto quel gira intorno a una famiglia numerosa? Cosa significa in una società popolata di figli unici, in cui già si viene guardati ‘con sospetto’ al secondo, terzo figlio?
Questo romanzo, in larga parte autobiografico, apre il sipario sulle motivazioni profonde che possono spingere a una decisione così impegnativa, anche se il mondo esterno non è di (grande) appoggio e ancor meno comprende per quale motivo la bambina debba nascere in casa. Anche da questo punto di vista Silvia va controcorrente, perché vuole che Margherita non nasca in un freddo ospedale, bensì in un ambiente protetto e accogliente. E’ una scelta importante, ma è la sua e Silvia non si lascia condizionare dall’opinione di amici e parenti.
‘Stasera non esco … nasco’ è tante cose. E’ un inno alla libertà di scelta, un inno alla maternità e una mini – cronaca di quello che succede nei (lunghi) nove mesi dell’attesa. Piccole e grandi preoccupazioni, piccole e grandi gioie, la percezione di se stessa, del proprio corpo e di quanto sta per accadere. C’è molto da dire sul periodo della gravidanza, e Silvia Vita lo fa con la serenità di chi attribuisce alla maternità il valore di esperienza assoluta, centrale e irrinunciabile nella vita di una donna.
Cenni sull’autrice
Silvia Vita oltre ad essere una scrittrice è laureata in Tecniche Diagnostiche di Laboratorio Biomedico e lavora nel campo della sanità e del benessere animale, della sicurezza degli alimenti e dell’igiene degli allevamenti per conto di un ente pubblico.
E’ madre di cinque figli a cui dedica tempo e pazienza, ma sempre con la convinzione che basti sapersi organizzare per riuscire a fare tutto. Anche con soddisfazione.
Vive a Castel Gandolfo con la sua famiglia numerosa: il marito e i loro cinque figli.
Noi di Europa Edizioni abbiamo intervistato l’autrice Silvia Vita, incuriositi da lei, dal suo libro e dalla filosofia che guida la sua esistenza. Riportiamo di seguito il testo dell’intervista.
Com’è nata l’idea di ‘Stasera non esco…nasco’?
Questo piccolo libro, prima di essere tale, era nato come un diario da rileggere in futuro. La storia è data dalla realtà che molte donne si trovano a vivere, con i sentimenti e le sensazioni che colorano di toni spenti o accesi, quei lunghi nove mesi, fino al momento della nascita. Nulla di fantasioso o inventato: solo la realtà che mi sono trovata a vivere in quel periodo. La mia quinta gravidanza però è stata diversa: il luogo, il tempo, le persone, e soprattutto la predisposizione mentale. Momenti che hanno cambiato profondamente il mio modo di agire e di reagire, momenti che hanno apportato una nuova ventata di gioia e di vita alla mia esistenza e a quella dei miei cari.
Qual è stato il primo libro che ha letto e cosa le ha insegnato?
Il primo libro che ho letto fu “Anna dai capelli rossi”. Nella mia mente di bambina, leggendolo, accendeva tante riflessioni tra le quali l’immensa fortuna di essere amata dalla mia famiglia, di essere accettata per quello che ero e non per come apparivo. Un libro che ancora ricordo bene: la sua copertina ritraeva una fanciulla con le trecce rosse e le lentiggini, i caratteri della scrittura erano piccoli ed era costituito da molte pagine. Era una lettura piacevole, non obbligata ed appunto per questo lo “divorai” in pochissimi giorni. La mia speranza di bambina era quella di leggere il proseguo di quel libro, ma onestamente, un vero proseguo, non l’ho mai trovato.
Ha delle abitudini particolari durante la scrittura?
Scrivo di getto, mai con la penna, spesso sul telefono. Scrivo la sera al letto, scrivo nella sala d’aspetto in attesa di una visita, scrivo mentre attendo i miei figli all’uscita di scuola. Dopo aver salvato il tutto, lo rileggo a distanza di giorni e faccio le mie correzioni. Difficilmente elimino la bozza: preferisco rimaneggiarla, ma mai cestinarla! Ho iniziato scrivendo articoli per giornali locali. Il fatto di appuntare al volo sul cellulare il testo, è dato dall’esigenza di esprimere ciò che penso in quel momento.
Come si sente quando scrive?
Scrivendo, mi sento appagata già per il solo fatto di esprimere ciò che sento: è come un’esigenza che ho per rappresentare all’altro i miei sentimenti. A volte preferisco scrivere che parlare: riesco a trasmettere meglio il messaggio! Adoro le lettere! Scrivere lo considero un vero mezzo di comunicazione, a volte superiore al mezzo verbale. Oltretutto, le parole dette a voce, si perdono nel tempo, le parole scritte restano nei secoli! Ed è proprio per questo che ho voluto stampare questo piccolo libro che arriverà a mia figlia, ma che diversamente sarebbe andato cestinato qualora non lo avessi pubblicato.
Sta già lavorando ad altri libri dopo ‘Stasera non esco …. Nasco’?
Ho un’idea e già ho iniziato. Non sono però ancora convinta della storia e cerco quindi un’ispirazione definitiva per tracciarne i contorni. Sarò pure strana, ma la cosa che mi resta più semplice è scrivere delle mie esperienze di vita, del rapporto con gli altri e soprattutto poter esprimere le mie sensazioni legate saldamente alle convinzioni che alla mia età si sono cementate dopo varie esperienze di vita. Non mi do tempi, anche per la mia vita caotica e sempre di corsa, ma sicuramente qualcosa in futuro pubblicherò!
La redazione di Europa Edizioni non può che ringraziare Silvia Vita per la sua disponibilità a condividere con noi i suoi pensieri, le sue aspirazioni e i suoi progetti. Noi l’abbiamo accompagnata lungo il percorso editoriale, per fare in modo che il suo libro arrivasse alla pubblicazione, e lei ci ha accompagnati a ‘fare un giro’ nel suo mondo. Entrambe esperienze importanti che sono state fonte di arricchimento personale per tutti i soggetti coinvolti.
A Silvia Vita auguriamo il successo per il suo libro e ai lettori di perdersi in una lettura coinvolgente.