Lezioni nel silenzio è il libro di Gabriele Fraternali edito da Europa Edizioni. Un libro incentrato su una tematica che ha interessato gran parte delle persone nel periodo del lockdown, e anche dopo. A partire dal 05 Marzo 2000, data emblematica dell’inizio della pandemia, nella didattica italiana è arrivata una forma di insegnamento che non era mai neanche stata pensata: la didattica a distanza. La famigerata DAD che ha tenuto sotto scacco intere famiglie, a causa delle ripercussioni inevitabili sulla vita dell’intero nucleo, costretto a organizzarsi con pc e postazioni di studio. Non è stato facile per nessuno, per gli insegnanti e tanto meno per gli alunni, catapultati all’improvviso da un modello di scuola tradizionale a uno più innovativo, senza la possibilità di un passaggio intermedio, di una formazione, di un approccio graduale.

In Lezioni nel silenzio l’autore analizza le caratteristiche della didattica a distanza e di quella in presenza, al fine di portare alla luce tanto gli aspetti positivi quanto gli aspetti negativi di entrambe. A corredo delle due teorie, Gabriele Fraternali inserisce una selezione delle lezioni di un gruppo di liceali effettuate tra marzo e giugno del 2020. L’obiettivo è dimostrare che il silenzio tipico della didattica a distanza può essere riconsiderato in modo da restituire dignità e valore al tempo studio dei giovani.
Noi di Europa Edizioni abbiamo intervistato Gabriele Fraternali per sbirciare tra le motivazioni profonde che lo hanno portato alla scrittura del suo libro.
Di seguito riportiamo l’intervista all’autore.
Come ha scelto il titolo per il suo libro?
Il titolo evidenzia una anomalia che si riscontra nella lezione a distanza. Il brusio, il vociare e i rumori di fondo caratterizzano la lezione e la scuola nel suo insieme. Il docente durante la lezione cerca il silenzio, questo è sinonimo di attenzione e rispetto. Nella didattica a distanza il silenzio non si conquista, è dato, e l’attenzione non è percepibile. Parlare davanti al computer in una stanza da solo è come parlare a se stessi, non si avverte l’effetto di colui che ascolta. Il silenzio nella lezione non è solo un effetto fisico ma anche psichico. La classe è polverizzata e la relazione umana ha un basso livello di empatia, azzerato, con la telecamera e il microfono spento. La componente emotiva è il meccanismo che mantiene la classe e la relazione con il docente. Il titolo del libro esprime il disagio di operare in queste condizioni. La penuria emotiva diminuisce il desiderio di apprendere, ridimensione le ambizioni formative e ostacola l’apprendimento significativo.
La scrittura e la lettura sono antidoto per superare il silenzio?
Scrivere, leggere, studiare … permette allo studente di stare in relazione con la propria mente, un legame che il confinamento didattico ha ampliato e maggiormente sviluppato. Negli adolescenti la carenza della socialità attiva influenza il raggiungimento della personalità che nel gruppo si identifica. La mancanza del gruppo determina crisi d’identità, l ragazzi non divergono, la melanconia li avvolge. I social sono gruppi virtuali come la didattica a distanza, sono un riempimento non la sostituzione. La relazione con se stessi ha salvato dalle crisi depressive.
Quale messaggio ha voluto veicolare?
Il messaggio esplicito è che non ci sono restrizioni nel comunicare i contenuti. Le modalità cambiano, certi limiti si superano, altri sono più cogenti e possono essere aggirati. La didattica laboratoriale è l’esempio più evidente. La proposta di contenuti formativi attraverso l’analisi della realtà ha avuto, in questa circostanza, una attenzione particolare nell’esaminare la situazione che vivevano i ragazzi. Attraverso la conoscenza si può capire, la comprensione permette di interpretare e essere, cioè si raggiungono obiettivi formativi. Nel libro si evince anche un messaggio non dichiarato, implicito, che pervade tutto il testo e in particolare nelle lettere degli studenti: è la relazione che il docente ha con la classe. Questo rapporto permette la didattica, non è lo strumento che genera il risultato ma la relazione. Questa è fatta di fiducia, stima, simpatia, ovvero di fusione delle empatie.
Quali sono i suoi autori di riferimento?
Nel libro vengono citati degli autori che hanno permesso con le loro idee e teorie di affrontare le lezioni e di dare corpo ai contenuti. Il docente, durante il suo percorso professionale, si confronta con queste idee che indicano la strada da seguire. Alcuni autori sono risultati più significativi nell’elaborare questo testo, sono: Daniel Pennac, di cui condivido l’esperienza di insegnante e ultimamente di scrittore. Massimo Recalcati, per l’analisi introspettiva e la relazione del docente con la classe. Telmo Pievani; per come riesce a ricondurre i fatti osservati nel quadro dell’evoluzione biologica e culturale delle specie. Zygmunt Bauman, per l’analisi delle società e dei loro cambiamenti. Jacques Monod, per il significato conferito alla casualità e al pensiero scientifico. Roberto Burioni, per la sintesi divulgativa e la dimensione sociale della scienza. Ilya Prigogine, per il suo contributo alla teoria del caos. Carl Sagan, per la capacità di cambiare il punto di osservazione e mettere in relazione conoscenze e saperi.
Al momento sta lavorando a un nuovo progetto?
Non seguo al momento nessun progetto, accarezzo idee che vorrei raccogliere e approfondire sia di natura disciplinare che organizzativa. La didattica è suscettibile a cambiamenti, è in continua evoluzione. Altri cambiamenti meno evidenti incombono, di cui si registrano gli effetti, la mutazione della sensibilità e dei significati che la determinano. Lo scollamento tra la sensibilità espressa dagli studenti e gli insegnamenti proposti determina disaffezione e disattenzione. Nella mia esperienza di studente, ricercatore e docente ho notato come la sensibilità sia cambiata negli individui e nelle società. Questa è l’idea che vorrei approfondire.
Nel ringraziare Gabriele Fraternali per l’intervista, la redazione di Europa Edizioni è lieta di esprimere la propria soddisfazione per aver guidato e accompagnato l’autore nel suo percorso di pubblicazione del libro. Un testo importante per un pubblico eterogeneo, perché Lezioni nel silenzio si rivolge a un pubblico di diversa età, dai giovani coinvolti in modo diretto agli adulti che si sono trovati a gestire la DAD in casa, magari durante lo smart working, ai professori che si sono spesi con impegno per fare in modo che le cose funzionassero.